Negli anni sessanta e settanta moltissime ragazze giovani ed un po’ meno giovani, adoravano seguire i propri idoli in concerti e tournèe, condividendo con loro tutti i momenti pre e post esibizione, ed assecondando in tutto e per tutto i loro desideri, primo tra tutti quello sessuale; le rockstar si sa, non sono certo persone che vanno a suonare in giro per il mondo con la famiglia al seguito…, anche perché sono molti gli artisti che, sapendo di essere spesso in giro per lavoro, conducono una vita da single.
All’epoca c’era chi le chiamava volgarmente stars-fuckers, e veniva loro affibiata la squallida etichetta di prostitute sempre a disposizione dei musicisti, pronte ad offrire il loro corpo per un po’ di sesso senza neppure un briciolo d’amore, ma in effetti non era proprio così; si facevano chiamare groupies, ed erano in pratica le muse ispiratrici dei musicisti, coloro che tenevano alto il morale della band e che animavano il backstage quando se ne avvertiva il bisogno, magari anche per stemperare un po’ la tensione delle esibizioni dal vivo.
Origini di questo termine
La radice etimologica del vocabolo deriva, come del resto si può facilmente dedurre, dal termine inglese group, e vuole indicare delle giovanissime fans di una determinata rockstar o di una band in particolare, che oltre ad impazzire per la musica dei propri idoli, li seguivano assiduamente in ogni loro spostamento, diventandone prima accanite sostenitrici, poi intime amiche (delle quali gli artisti stessi non potevano fare a meno), e poi anche compagne di divertimento in notti sfrenate di sesso, droga, e rock&roll.
Vita sregolata, festini a base di alcool e droga fino a notte fonda, ma soprattutto sesso, tantissimo sesso senza nessun velo e nessun tabù, ecco perché la gente ha sempre considerato le groupies semplicemente delle prostitute in cerca di soldi e gloria. Una di queste terribili ragazzine, la oggi quasi settantenne Pamela Des Barres, considerata all’epoca la regina delle groupies, ebbe tra i suoi amanti quasi tutto il meglio del rock mondiale, avendo intrattenuto relazioni con celebrità del calibro di Jimmy Page, Frank Zappa, e Mick Jagger, mica persone qualsiasi!
Molto più di semplici prostitute
A furia di seguire i concerti dei propri beniamini e di farsi notare sempre in prima fila cantando a squarciagola le canzoni che conoscevano ormai a memoria, le groupies entravano di prepotenza nelle simpatie dei loro idoli un po’ perché erano tutte belle ragazze, libere, disinibite, e vogliose di divertimento sfrenato, un po’ perché mostravano di conoscere a fondo la loro musica e di apprezzarla in ogni sfumatura; era forse proprio per questo che le band dopo un po’ non riuscivano più a farne a meno e le chiamavano per invitarle a seguire le loro tournèe, condividendo con loro tutte le emozioni, l’adrenalina, e le tante notti di divertimento tra una data e l’altra.
All’epoca erano tantissime le ragazze che avrebbero desiderato di diventare groupies, ma non era una cosa così semplice come sembra; una vera groupie si prefissava il suo obiettivo sin da bambina, e faceva di tutto per farsi trovare sempre presente quando capitava l’occasione, pronta ad esaudire ogni desiderio dei suoi beniamini, qualsiasi esso fosse, ed il sesso era sempre in cima alla lista.
Le più famose gheishe del rock
Di groupies conosciute nell’ambiente musicale della bellissima epoca che va dagli anni sessanta fino agli inizi degli ottanta, se ne ricordano in particolare alcune, ma non perché avevano delle particolari qualità, semplicemente perché hanno fatto sesso con mostri sacri della musica. Iggy Pop, Bob Dylan, Jim Morrison, Pink Floyd, Who, ognuno di questi artisti (o band) aveva il suo bel seguito di groupies, e sono tanti anche i fotografi ed i paparazzi che raccontano di aver assistito a scene erotiche a dir poco scabrose svoltesi nei backstage, ecco perché secondo l’opinione pubblica le groupies erano delle volgari prostitute.
Lacy, Judy Wong, le gemelle Sanchez, Karen Seltenrich, questi i nomi di alcune tra le più famose groupies degli anni settanta, vere e proprie gheishe del rock a completa disposizione dei musicisti che si dedicavano unicamente al loro benessere ed al loro divertimento, cosa ben diversa da ciò che si vede oggi, con sfilze di bellissime escort di lusso che cercano di sedurre gli artisti per poi prostituirsi e battere cassa. Magari ci fossero ancora le groupies di una volta!